I vigneti

La DOC Mandrolisai si basa su tre vitigni principali: Bovale, Cannonau e Monica, che insieme al Vermentino rappresentano lo scheletro della produzione Bentu Luna.

Tuttavia il racconto enologico della tenuta parte da presupposti narrativi diversi dal rigido concetto di varietà che si è imposto con l’avvento della vivaistica. Studiando a fondo la cultura viticola italiana, infatti, si scopre come sia in sostanza una storia di blend, di incroci e stratificazioni nel tempo e nello spazio, più o meno consapevoli.

Il progetto Bentu Luna intende riscoprire il valore delle contaminazioni allontanandosi dal concetto di purezza assoluta, inconciliabile con il sistema di coltivazione e di gestione familiare delle vecchie vigne.

Neoneli si potrebbe definire l’Atlantide della viticoltura.

I vigneti sono il frutto di una cultura millenaria rimasta pressoché invariata, fondata sul concetto di non proprietà e di naturale ereditarietà familiare.

I piccoli centri abitati erano quindi circondati da campi, ognuno con una specifica destinazione: allevamento, pascolo, vigneto, frutticoltura.

Tutte le vigne sono sempre state vicine e ogni pezzetto legato a una famiglia da generazioni. Pertanto ciascuna microzona parla il linguaggio familiare, in un’affascinante Babele di vitigni, metodi e conoscenze che rifuggono standardizzazioni e omologazioni.

SOSTENIBILI DALLA
RACCOLTA ALLA
PRODUZIONE

Al fine di tutelare l’integrità di suolo, piante e grappoli,  all’interno della vigna non sono ammessi macchinari ma solo uomini e animali.

La raccolta è manuale così come la pressatura, eseguita prima con le mani e poi con i piedi. Ciascuna particella è vinificata separatamente all’interno di vasche in cemento crudo di piccole dimensioni, così da rispettare le specificità di ogni microzona.

Tutti i vini sono a fermentazione spontanea, con pied de cuve altamente selezionato e curato al fine di evitare derive.

L’alta precisione e il minimo intervento umano, possibile grazie a un grande lavoro preparatorio in vigna, portano alla nascita di vini puliti che compiono subito la fermentazione malolattica.

L’impiego del legno è contenuto, circoscritto a barrique di secondo o terzo passaggio.

I tappi sono realizzati da uno dei migliori produttori della zona, con il sughero selezionato dai migliori alberi nelle stesse terre in cui si coltivano le vigne.

Infine, tutti i vini si presentano in una bottiglia borgognotta il più larga e leggera possibile, che non supera mai i 400g di peso, così da poter ridurre le emissioni di CO2 durante la produzione ed il trasporto del vetro.

Le confezioni sono in cartone riciclato studiate per poter essere usate senza nastro adesivo.

L'umanesimo nel vino

Bentu Luna pone al centro l’uomo e la sua capacità di interpretare la natura secondo creatività e scienza.

Un approccio umanistico che non può prescindere da un profondo rispetto per la natura, gli abitanti e la storia del luogo. Il progetto ha preso avvio dopo un lungo tavolo di confronto coi contadini e gli abitanti di Neoneli, in primis allo scopo di salvare un patrimonio viticolo unico in Italia e nel mondo. Una buona parte delle vecchie vigne, che nel Mandrolisai vivono in media 40 anni e un 10% supera i 70, rischiava di essere abbandonata poiché non creava più reddito. Insieme, quindi, si è concordato per la gestione condivisa dei vigneti, così da integrare la manodopera e il sapere locale con le alte conoscenze tecniche e tecnologiche di esperti di caratura internazionale. Il rapporto di scambio e fiducia si rafforza giorno dopo giorno, in una convergenza tra consapevolezza del gesto e progettualità critica.

La struttura organizzativa dell’azienda si presenta snella e intergenerazionale con giovani professionisti coadiuvati da diversi consulenti esterni. Si crea così un clima lavorativo florido di idee, altamente tecnico e costantemente stimolato al miglioramento e alla sperimentazione. Per la parte enologica la figura in loco è Emanuela Flore, una laurea magistrale in Scienze Viticole ed Enologiche all’Università di Torino e un Master in Marketing del vino all’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza. A lei si affiancano diversi professionisti su argomenti specifici, per i processi di pressatura e per le fermentazioni spontanee. Gestione delle malattie conseguenti al cambio climatico, come l’oidio anticipato e le ampelopatie. Il monitoraggio costante risulta fondamentale per prevenirle, ottenendo grappoli perfettamente integri.